Direzione e Sede Legale di Istituto Italiano di Sessuologia .it * Direttore: Dott. Pierpaolo Casto - Psicologo e Psicoterapeuta - Specialista in Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale * Contatti: Via Magenta, 64 CASARANO (Lecce) Tel._(+39) 328 9197451 - (+39)  0833 501735

Sintomi e Cura:

DISFUNZIONE ERETTILE E PROBLEMI DI EREZIONE  | ANSIA DA PRESTAZIONE SESSUALE | EIACULAZIONE PRECOCE

Collegamento tra diabete e problemi di erezione? Cosa fare?

COLLEGAMENTO TRA IL DIABETE E I PROBLEMI DI EREZIONE? COSA FARE?

Fra i problemi di erezione e il diabete intercorre un nesso in virtù del quale il secondo può avere capacità di incidenza sui primi.

Benchè sia usuale assistere a casi di uomini diabetici vittime di situazioni più o meno occasionali di disfunzione erettile o di problematicità a mantenere a sufficienza l’erezione, non è affatto scontato che i disturbi erettivi siano causati dal diabete o comunque che questo sia la sola causa.

Passando ai numeri e alle statistiche, nei soggetti con diabete questo problema si verifica:

  • Nel 15% degli uomini d’età compresa fra i 20 e i 40 anni;
  • Fra il 40% e il 60% degli uomini d’età inclusa fra i 50 e i 70 anni;
  • Più incidente e comune nei diabetici di tipo 1 rispetto ai coetanei di tipo 2.

 

Come si suol dire, prevenire è meglio che curare: pertanto, se si è attenti a seguire un regime alimentare e salutare consono e finalizzato ad attenzionare il diabete, è improbabile che si possa assistere all’insorgenza di disturbi erettili.

Al contrario, snobbando le regole di alimentazione suggerite dal medico curante, lasciando dunque incontrollati il diabete e la concentrazione di zuccheri nel sangue, la possibilità di essere vittima di disfunzione erettile si eleva significativamente.

Ad incrementare ulteriormente quest’ultima incresciosa probabilità vi è la compresenza di altri problemi organici, come quelli cardio-vascolari, polmonari, ormonali, lesioni pelviche o alla colonna vertebrale e anche terapie farmacologiche come i medicinali per l’ipertensione, gli antinfiammatori, gli anti-epilettici, gli psicofarmaci antidepressivi, gli ansiolitici e i trattamenti chemioterapici.

 

Per cogliere nel dettaglio i motivi per cui possano verificarsi disturbi erettili legati al diabete, occorre informarsi sulla modalità di funzionamento dell’erezione del pene in contingenze regolari e normali dal punto di vista salutare.

È un meccanismo psico-fisico che nasce nel cervello nel momento in cui raggiunge il giusto grado di eccitazione sessuale: ciò è possibile a patto che il soggetto sia mentalmente predisposto ad accogliere le stimolazioni erotiche con fiducia interiore e sicurezza di sé.

A questo punto s’innesca il rilascio degli impulsi neurologici che discendono, attraverso la colonna vertebrale, verso la zona dei genitali, dove avviene il rilascio di ossido nitrico e la conseguente produzione di guanosina monofosfato ciclico con peculiarità vasodilatatrici e fluidificanti per il sangue.

Il sangue, che induce al rilassamento della muscolatura liscia del pene, viene pulsato all’interno dei corpi cavernosi, i quali lo inglobano e lo trattengono fino a garantire all’asta il rigonfiamento e l’irrigidimento: così si giunge all’erezione.

Una volta conseguita, se l’individuo continua ad avere pensieri sessuali funzionali ed eccitazione adeguata al rapporto, il cervello proseguirà nella sua attività di rilascio dei segnali neuronali, garantendo il giusto apporto di sangue per mantere il più a lungo possibile la condizione erettile.

 

Perché, dunque, il diabete può essere causa dei problemi di erezione?

I diabetici possiedono un dosaggio di glucosio in eccesso nel proprio flusso sanguigno, il che ha due ripercussioni importanti sull’organicità del meccanismo erettivo del pene:

  • A causa di un danno neurologico nella connessione tra cervello e genitali, la stimolazione dell’ossido nitrico viene bloccata, pertanto la vasodilatazione risulterà minore al pari del quantitativo di sangue all’interno dei corpi cavernosi del pene.
  • Il glucosio in eccesso si lega alle pareti dei vasi sanguigni del pene e le danneggia, così che risultano meno elastiche e più irrigidite, inibendo l’estensibilità e il flusso liscio del sangue.

 

L’effetto della commistione di queste due problematiche è la limitazione al regolare rilascio della muscolatura liscia e all’afflusso di sangue al pene, che inducono alla disfunzione erettile.

 

A contribuire in negativo, in concomitanza col diabete, possiamo annoverare stili di vita e di alimentazioni scorretti, come ad esempio:

  • Sedentarietà e inattività fisica;
  • Dipendenza da tabagismo;
  • Uso e abuso di alcool e stupefacenti;
  • Eccesso di grassi alimentari e industriali;
  • Acquisto online di pillole per l’erezione senza prescrizione medica (il più delle volte si tratta di copie illegali delle originali, pertanto sottoposte a controlli medici scarsi e superficiali che camuffano la presenza di sostanze tossiche non dichiarate in etichetta);
  • Somministrazione di rimedi naturali per l’erezione (prodotti di erboristeria e integratori per l’erezione non forniscono alcun aiuto, anzi possono comportare conseguenze collaterali più pesanti di quelle dei farmaci);
  • Carenza di vitamine.

 

Il diabete, inoltre, può provocare l’ipogonadismo e la scarsa produzione di testosterone, ossia l’ormone sessuale prodotto dalle ghiandole di Leydig collocate nei testicoli che partecipa al meccanismo erettivo che, se presente in livelli ridotti, porta a un desiderio sessuale scarso, a una ridotta eccitabilità e a un aumento dei problemi erettili.

 

Per quanto riguarda i rimedi farmacologici in situazioni di problemi erettili e diabete, la persona che ne è colpita generalmente si rivolge agli inibitori della fosfodiesterasi PDE5, comunemente noti come “pillola blu” (Viagra, Cialis, Spedra, Levitra).

Nel corso del processo erettivo, infatti, può accadere che la guanosina monofosfato ciclico (cGMP) sia degradata rapidamente dall’enzima fosfodiesterasi di tipo 5, originando il deficit d’erezione.

Il principio attivo del medicinale è funzionale a inibire e a bloccare l’azione di questo enzima per un tempo determinato di ore, prolungando il rilascio dell’ossido nitrico e della cGMP e agevolando parallelamente il mantenimento dell’erezione.

Se il soggetto in questione non è vittima di altri problemi di salute concomitanti al diabete, l’efficacia dei PDE5 si aggira attorno al 60% dei casi.

La somministrazione del farmaco deve essere prescritta dal medico specialista urologo o andralogo, che ne indicherà il più adatto e il dosaggio da assumere prima di ogni rapporto intimo.

Tuttavia, bisogna essere attenti e informati circa le controindicazioni legate a questo tipo di medicinali.

In primis, non vanno assolutamente somministrati se la persona soffre di gravi cardiopatie e coronopatie o se segue trattamenti farmacologici con nitrati.

Inoltre, l’interazione delle pillole con altri farmaci, alcool o droghe può risultare nocivo per l’organismo o inibire gli effetti dei PDE5, pertanto va tutto comunicato al medico.

Potrebbero presentare pure diversi effetti collaterali che vanno a sommarsi al problema principale della disfunzione erettile che si verifica durante l’incontro sessuale con la partner.

È bene ribadire che tali farmaci non garantiscono l’erezione del pene, ma hanno l’esclusiva funzione di bloccare per alcune ore l’enzima fosfodiesterasi.

 

Per il conseguimento di un’erezione corretta e regolare è imprescindibile uno status mentale appropriato, che sia scarno d’ansia, paura e incertezza.

Perciò, mentre la terapia farmacologica e l’accortezza negli stili di vita e alimentari possono contribuire a controllare il diabete, eliminando o limitando la comparsa dei problemi erettili, nel momento in cui la questione sfocia in una sfera psicologica, mentale ed emotiva come causa del tutto, è necessario intraprendere un altro tipo di percorso, considerato quello elettivo per la cura definitiva e la rimozione completa del disturbo: la psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Si tratta di un cammino a tu per tu con lo specialista psicoterapeuta che, nel corso delle sedute, guiderà il paziente a ristrutturare la propria psiche, dopo aver ascoltato e analizzato insieme la sua storia, dall’esordio dei sintomi alla cadenza con cui essi insorgono.

Il primo step, infatti, è assumere la consapevolezza che alla base del disturbo ci sia la negatività nel segno dei propri pensieri, ovvero una psiche non serena, ansimante, spaventata, incerta e perplessa rispetto al contesto d’intimità che, invece, richiederebbe tranquillità, sicurezza interiore, fiducia in sé e naturalezza.

Se il cervello non riesce a conseguire l’eccitazione mentale giusta, il meccanismo erettivo risulta compromesso, i segnali neuronali e l’impulso di sangue sono limitati e, infine, il pene risulterà flaccido o semi-rigido.

Lo specialista esplicherà la logica che sottende all’intervento della psicoterapia: meccanismi di pensiero negativi provocano reazioni fisiche indesiderate, perciò la soluzione risiede nella facoltà di indivuazione, correzione e sostituzione di questi con altri di carattere positivo al fine di ricavare condotte altrettanto positive.

Il paziente apprenderà le strategie e le tecniche utili per non compiere più gli errori cognitivi che destabilizzano il suo umore e inducono il rapporto sessuale a una defaillance incresciosa e imbarazzante al cospetto della donna.

In virtù dello studio prima e dell’applicazione poi di tali strumenti teorici, l’uomo ritornerà ad approcciarsi al sesso con il desiderio di ottenerne piacere, ma soprattutto riacquisirà serenità, autostima e sicurezza nei propri mezzi.

Articolo a cura del Dott. Pierpaolo Casto
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