ESERCIZI DI KEGEL PER MIGLIORARE L’EREZIONE: A COSA SERVONO
Molti uomini si chiedono se ci siano davvero degli esercizi utili a migliorare l’erezione e se i cosiddetti esercizi di Kegel o della ginnastica pelvica contribuiscano effettivamente a regolarizzarla e a renderla più duratura. Realtà o utopia? Lo scropriremo subito nel corso di questo approfondimento che punta a fornire delucidazioni su questi dubbi e credenze.
La ricerca di esercizi per l’erezione viaggia in parallelo con l’incremento statistico degli uomini che risultano vittime di problemi erettili: le indagini eseguite dagli urologi dimostrano che oltre 3 milioni di maschi siano colpiti dall’insorgenza del disturbo, in Italia.
Le denominazioni più gettonate, che in sostanze etichettano le stesse tipologie di esercizi, risultano essere: esercizi di Kegel (dal ginecologo americano Arnold Kegel che li ha ideati), esercizi di ginnastica pelvica o del pavimento pelvico, esercizi per il muscolo pubococcigeo.
Si tratta fondamentalmente di una motoria caratterizzata da contrazioni e decontrazioni del muscolo pubococcigeo, che identifica un insieme di fasci muscolari localizzati all’interno della zona genitale e perineale, interposta fra scroto e ano.
L’allenamento di questi muscuoli, a lungo andare, contribuisce a favorire un afflusso sanguigno migliore verso i corpi cavernosi del pene.
Però, a questo punto, bisogna capire se questi esercizi, sponsorizzati come risolutivi con qualunque genere di disturbo erettivo, riescano concretamente a migliorare l’erezione.
Sono numerose le condizioni da tenere presenti: in primis, gli esercizi vanno esplicati in maniera corretta e con le dovute precauzioni per non rischiare di incappare in problemi più importanti, come l’infiammazione della prostata.
Un allenamento quotidiano e costante di contrazione e decontrazione dei muscoli in momenti scanditi con precisione cronometrica rappresenta indubbiamente un esercizio consono al mantenimento della forma salutare della prostata e, nel tempo, comporta anche un ausilio efficace al flusso di sangue verso il pene.
Tutto ciò, però, non implica un potenziamento meccanico dell’erezione maschile, perché anch’essa si lega a diversi fattori che non concernono esclusivamente la circolazione sanguigna.
L’erezione, infatti, è un fenomeno che non si verifica in maniera automatica e spontaneamente dinanzi al corpo nudo della propria donna.
Essa si configura come un fenomeno psico-emotivo che si avvia e si realizza a patto che le condizioni mentali dell’uomo siano predisposte al rapporto sessuale.
È imprescindibile essere dotati di sicurezza interiore, in sua mancanza non si riesce a raggiungere il livello di eccitazione psicologica tale da avviare il processo.
Soltanto se eccitato, il cervello produce e rilascia i segnali neuronali e gli altri tipi di sostanze in direzione della zona dei genitali, dove successivamente si verificheranno reazioni chimiche e organiche come il rilassamento della muscolatura liscia del pene, il rilascio dell’ossido nitrico, la fluidificazione e l’ingresso del sangue nei corpi cavernosi, la ritenzione del sangue al loro interno e per ultimo il rigonfiamento e l’irrigidimento dell’asta, che assume così la posizione rigida ed eretta.
È evidente, dunque, come l’aspetto psicologico sia una delle cause che, nella maggior parte delle situazioni, genera il probleme erettile.
Ma non è il solo, perché si deve fare i conti anche con le cause di origine fisico-organica, costituite dai disturbi fisici che interessano, in linea diretta o meno, l’organo riproduttore nella sua capacità erettiva. Tra le motivazioni organiche più diffuse, annoveriamo:
- Problematicità della circolazione del sangue nell’area dei genitali;
- Problematicità della circolazione complessiva del sangue;
- Prostatiti (ipertrofia prostatica ed infiammazioni batteriche);
- Infiammazioni ai testicoli o dell’uretra;
- Scompensi cardiaci o respiratori;
- Ipertensione e ipotensione;
- Eccesso di grassi e colesterolo nel sangue;
- Diabete incontrollato;
- Lesioni più o meno importanti nella zona pelvica;
- Lesioni alla colonna vertebrale (ernia al disco, scogliosi, iperlordosi);
- Squilibri degli ormoni o nei livelli di neurotrasmettitori;
- Uso e abuso di alcol e droghe;
- Livelli ridotti di testosterone;
- Morbo di Parkinson, sclerosi multipla;
- Malattia di Peyronie (curvatura eccessiva dell’asta del pene);
- Conseguenze collaterali di determinati farmaci e psicofarmaci.
In casi come questi, la cui presenza di patologie può essere appurata attraverso lo svolgimento di particolari esami e approfondimenti clinici presso gli specialisti urologi e andrologi, gli esercizi muscolari per l’erezione risultano del tutto vani e inutili.
Ma anche in un contesto di cause psicologiche della disfunzione erettile questo tipo di allenamento può configurarsi inefficace, dal momento che l’unica soluzione da inseguire è la ristrutturazione cognitiva del soggetto, ossia la correzione di quei blocchi mentali che lo rendono insicuro di sé, timoroso e incerto circa la propria potenzialità sessuale al cospetto della donna.
E gli esercizi per l’erezione, che pure migliorerebbero l’afflusso del sangue al pene, potrebbero al contrario creare false illusioni al paziente il quale, nel bel mezzo della situazione erotica, si vedrebbe disilluso e vittima di una nuova defaillance.
Qual è allora il metodo curativo migliore? Semplice, è la psicoterapia cognitivo-comportamentale: un percorso elettivo per la rimozione reale e la cura completa e definitiva del disturbo erettile.
Essa agisce in contemporanea sull’aspetto psicologico e su quello comportamentale del paziente che, guidato dallo specialista, affronterà in sedute un cammino verso la riacquisizione della propria autostima.
Il primo step è rappresentato dal racconto, l’ascolto e l’analisi della storia personale del soggetto, che arriverà a consapevolizzarsi del fatto che l’insorgenza incresciosa della mancanza o perdita d’erezione fosse legato a meccanismi cognitivi disfunzionali e sbagliati per la circostanza.
Tali errori di pensiero sono scientificamente definiti come “errori cognitivi” e agiscono da inibitori dell’eccitabilità mentale che, come abbia già visto, è un fattore prioritario e fondamentale per l’avvio del processo psico-fisico che porta all’erezione.
L’azione dello psicoterapeuta consiste nella messa a disposizione del paziente di tutti quegli strumenti e quelle tecniche volte a prevenire l’errore, riconoscendolo in tempo e sostituendolo con flussi cognitivi che rendano armonico, equilibrato e ben predisposto il proprio approccio alla sessualità.
Logica vuole che a pensieri negativi seguano condotte negative, mentre da pensieri positivi scaturiscono comportamenti positivi: ottenere un’erezione corretta e regolare passa, pertanto, da una psiche serena ed eccitata.
La ristrutturazione cognitiva sarà possibile grazie a questo trattamento, che ridonerà all’uomo e alla sua donna il piacere naturale del sesso.
Articolo a cura del Dott. Pierpaolo Casto
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